Олександр Коротко – лавреат International Milan Awards 2021

Український письменник Олександр Коротко здобув міжнародну літературна премію International Milan Awards 2021 за англомовний переклад книжки “Місячний хлопчик” (Київ – “Саміт-книга”; Лондон – “Europe Books”; переклад Майкла Пурсґлава). Вручення цієї престижної нагороди відбудеться наприкінці листопада в Мілані.

Щиро вітаємо письменника й публікуємо для наших читачів в італомовному світі філософські міркування О. Коротка про літературу, роль митця в суспільстві, феномен творчості й велич художнього слова, власний досвід діалогу з читачами в різних країнах світу.

Oleksandr Korotko sulla creatività (da un’intervista dello srittore alle edizioni online)

 «…Oltre al talento o al dono, bisogna avere un talento per lavorare. Lo sviluppo continuo del pensiero figurativo è fondamentale quando si creano nuove idee e trame.  Intanto è necessario essere in uno stato di costante lotta con se stesso – con la pigrizia, inerzia e stereotipi. Uno scrittore non deve solo essere al passo con i tempi, ma deve oltrepassarli…»

  «…L’ispirazione ci viene donata dal cielo. Essa c’è o non c’è. Certo, che non è un processo semplice: è, innanzitutto, un’attività dell’anima e del cuore. Traggo ispirazione da ciò che ho visto, letto, sentito, compreso…»

  «…Cosa distingue un buon poeta da un “artigiano”? Libertà di spirito, volo, immaginazione. Le poesie di un buon poeta sono visibili. Quando leggi una vera poesia, non solo la senti, ma la vedi anche – praticamente sei in una sala di cinema, dove c’è un solo spettatore, e questo spettatore sei tu, il lettore. Si vuole sempre tornare alla buona poesia e, rileggendola,  tu scopri sempre nuove  sfaccettature. Non accade per caso,  perché in tale poesia ci sono sempre le scintille del divino…»

 «…È meglio non occuparsi affatto della scrittura letteraria, se, prima di iniziare il lavoro, pensi a come accontentare il lettore. Mi permetto di esprimere un pensiero provocatorio: per una persona creativa, una categoria come quella di un lettore non dovrebbe essere presente sul suo asse delle coordinate. Sta al lettore trovare il proprio scrittore e, intanto, rendersi conto che la comprensione di ciò che è stato scritto è  un processo non meno creativo della creazione di un’opera.

Il mondo è multiforme e la vera letteratura non è un fenomeno della cultura di massa, non può avere molti ammiratori. La vera lettura è una cosa da camera, anche intima. Innanzitutto è  un’esperienza spirituale ed un’emozione esistenziale…»

“…Solo attraverso la sofferenza ci pentiamo e ci purifichiamo. Secondo me la poesia non è solo autobiografica, è tutta intessuta, come una persona, di cellule di dolore, e anche l’amore non fa eccezione. Un’altra cosa è che si può soffrire in modi diversi. L’importante non è come entri in questo stato, ma come ne esci. Se la sofferenza è un labirinto dal quale non sai come uscire, allora questo è un disastro. Prima di entrare, guarda dov’è l’uscita…”

Pensieri rivenuti dalla traduzione dei versi in ebraico

Il testo della traduzione non può essere una copia fedele dell’originale. Per quanto possa sembrare paradossale, un traduttore ha bisogno di una forte passione e non meno ispirazione di un autore di versi poetici. A volte mi sembra che tradurre sia molto più difficile che scrivere poesie da soli.

Se la traduzione è una copia fedele dell’originale, le poesie muoiono, appassiscono come fiori, e si trasformano in un erbario essiccato, dove non c’è anima, né emozione, né vitalità.

La traduzione è la lettura, comprensione della memoria verbale del poeta, l’entrata nel suo subcosciente, dove si sono conservate le parole della lingua in cui l’autore scrive.

La traduzione dal russo all’ebraico è l’Esodo dall’Egitto all’Eretz Yisrael, è un percorso difficile attraverso il deserto, ed è molto difficile raggiungere la meta. È un colossale lavoro quotidiano del cuore e dell’anima, e se qualcosa va storto si perde il percorso, come accadeva tante volte ai nostri antenati durante quarant’anni di peregrinazione nel deserto.

A proposito di traduzioni e traduttori

O. Korotko

Vorrei condividere la mia esperienza di lavoro con i traduttori. Credo che i poeti, e non solo i poeti, ma la maggior parte delle persone creative generalmente, per loro natura, siano perfezionisti. Ma per quanto riguarda i poeti, tutti coloro che si trovano davanti alle traduzioni delle loro opere vogliono ottenere un risultato perfetto e sognano che la traduzione non screditi l’originale. Come viene dalla mia esperienza personale, è quasi impossibile raggiungere questo obiettivo con l’approccio tradizionale esistente.

Per prima cosa, per valutare la qualità della traduzione, è necessario conoscere almeno la lingua in cui ti traducono. Secondo, devi renderti conto non solo  che il traduttore capisca ciò che traduce,  ma anche  quanto ami e ammiri la tua poesia.

Scusate il pathos, ma il traduttore dovrebbe avere uno stato di innamoramento, anzi direi di più, di  passione, che dovrebbe perseguire mentre lavora con l’opera di un autore.

Ma questo, ahimè, non basta. Quindi c’è qualche pensiero dell’aspetto mistico, irrazionale. È voluto che le stelle siano in sintonia e sia avvenuta la conoscenza personale dell’autore con il suo unico e particolare traduttore. Ed è importante che questa conoscenza continui e si sviluppi fino al completamento della traduzione. Fortunatamente, i mezzi di comunicazione d’oggi  permettono di farlo.

Siccome le persone si relazionano o non si relazionano, è come l’amore a prima vista. È necessario che tutto coincida.

Solo con tale combinazione, per quanto paradossale possa sembrare, l’autore ha la chance di ottenere una traduzione che non differirà dall’originale.

E infine. Non sarei così categorico nel mio ragionamento se non avessi il risultato di cui ho scritto.

Alcune integrazioni al mio saggio, che considero “Istruzione per la traduzione di poesia”

“Quando si può parlare del risultato? Un buon risultato può uscire dalla penna se il traduttore

1) ha un fiuto della lingua di partenza e trasmette con precisione luce, musica, colori e la serie emotiva della poesia

2) ha “lo stesso sangue poetico” dell’autore tradotto: se le loro piattaforme poetiche coincidono, comprende e accetta il mondo sensuale e spirituale dell’autore

3) entrambi cadono in uno stato di risonanza.

È perfetto quando l’autore e il traduttore coincidono nel tempo e nello spazio (permanenza sulla terra), in modo che possano comunicare non solo virtualmente (le opzioni contemporanee di comunicazione lo consentono).

Дмитро Дроздовський - головний редактор журналу «Всесвіт», науковий співробітник відділу західних і слов'янських літератур Інституту літератури ім. Т. Г. Шевченка НАН України, заслужений працівник культури України. У журналі «Всесвіт» з 2006 року.

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